Date: Mon, 27 Jan 1997 18:53:48 +0100 To: paolini@dimi.uniud.it Subject: L'algoritmo del Sig. Bellia Egregio Prof. Paolini, mi chiamo ..., e sono uno studente del Corso di Laurea in Fisica presso l'Universit` degli Studi di ..., ho letto tutta la corrispondenza tra lei e il Sig. Bellia, dopo aver trovato l'indirizzo Internet della Home Page del Sig. Bellia sul famigerato articolo di Famiglia Cristiana. Non ho approfondito tutto il contenuto dell'algoritmo poichi ho scaricato i file relativi solo pochi minuti fa, ma dallo scambio di E-Mail tra lei ed il Sig. Bellia mi sono potuto fare un'idea di come esso affronta il problema. Quello che secondo me h mancato per far capire al Sig. Bellia la differenza tra il suo modo di risolvere le equazioni e il modo che la Matematica ha cercato fino a che Abel e Galois dimostrarono l'impossibilit` della risoluzione per polinomi di grado superiore al quinto, h che un metodo radical-razionale fornisce una rappresentazione simbolica, immediatamente comprensibile ed utilizzabile per qualsiasi calcolo senza preoccuparsi della precisione, delle radici del polinomio. Un metodo numerico, che non pur non essere approssimato (tranne che nel caso di radici razionali) proprio a causa dell'infinitezza delle cifre necessarie a rappresentare in forma decimale un numero irrazionale, non pur dare questo tipo di rappresentazione, perchi se, per esempio io decido di calcolare una radice di un certo polinomio con una precisione di 10^-4, e successivamente ho bisogno di una precisione superiore, devo procedere al calcolo di essa nuovamente, come se in precedenza non avessi mai tentato di risolvere l'equazione in questione, e questo prescinde dalla precisione dello strumento calcolatore usato, proprio perchi quella che si evolve durante l'algoritmo h una successione di numeri razionali, che pur anche convergere ad un numero irrazionale, ma solo dopo un numero infinito di passi e quindi il suo algoritmo rappresenta, sl, una soluzione dell'equazione, ma solo in modo formale. Se non mi sbaglio h qui che casca il tentativo del Sig. Bellia di trovare una soluzione esatta ai polinomi di grado superiore al quinto, il suo diventa uno dei tanti algoritmi numerici per la risoluzione delle equazioni che pur essere buono o cattivo a seconda del grado di precisione (questo penso che si possa calcolare analzzando in dettaglio l'algoritmo), e potrebbe essere uno strumento utile per chi, come i Fisici o altri ha bisogno di trovare le soluzioni di qualsiasi equazione. Sono d'accordo con lei su quanto dice a proposito della divulgazione scientifica, e sul comportamento che i media assumono quando ci sono dei casi come quello del Sig. Bellia, io credo che questo sia dovuto all'enorme tasso di analfabetismo scientifico che c'h nel nostro Paese, dovuto anche al fatto che difficilmente i laureati in materie scientifiche preparati e motivati scelgono come loro strada l'insegnamento nelle scuole medie inferiori o superiori, e a causa di questo si hanno due effetti: 1) la scienza h vista come qualcosa di immobile, che sta ll da secoli senza che nessuno dica mai qualcosa di nuovo, e di conseguenza gli scienziati sono visti come dei conservatori attaccati alle loro conoscenze e gelosi che nesuuno le intacchi, mentre invece la scienza h viva, e in ogni campo ci sono continue discussioni su nuovi modelli da applicare, nuovi teoremi dimostrati, etc, 2) la scienza h vista come un orco cattivo che tende a distruggere i parti della fantasia dell'uomo, questo perchi la scienza si batte da secoli contro i ciarlatani che sfruttano la credulit` di molti (maghi, cartomanti, e tutta la gente di questa genla); data questa visione della scienza e normale che chi si erge come nemico della "scienza ufficiale" (non che il Sig. Bellia lo abbia fatto, ma i media lo hanno dipinto cosl) h visto come un eroe e osannato come difensore dell'umanit`. Mi scusi per la prolissit` della mia lettera, spero di poter leggere al piy presto una sua risposta. Distinti saluti,