Date: Thu, 16 Jan 1997 02:41:03 +0100 From: ngbellia@flashnet.it To: Maurizio Paolini Subject: Re: equazioni di grado n Maurizio Paolini wrote: > > Egregio Bellia, > > mi permetta di replicare (in tono amichevole), e La prego di non mandarmi > a quel paese (non ancora, per lo meno). > > In effetti la Sua ultima risposta e' stata molto chiarificante, e > abbiamo chiarito che c'e' stato un qui-pro-quo sul termine algoritmo. > > Mi scuso con Lei, ma nell'accezione correntemente utilizzata nei testi, > un algoritmo corrisponde ad una successione di operazioni a computer, e > quindi tiene conto degli errori di arrotondamento. > > Ora, mi corregga se sbaglio, il fatto che il Suo algoritmo termini in un > numero finito di passi ed il fatto che vengono usate le operazioni > approssimate del computer, sono due cose inscindibili, entrambe dovute > alla quantita' finita di numeri esattamente rappresentabili sul calcolatore. > > Come lei stesso ammette, se il computer avesse capacita' infinita (cioe' > se non commettesse errori di calcolo), l'algoritmo non terminerebbe mai, > si avrebbe la soluzione esatta dopo un numero infinito di iterazioni. > > Ritengo che non si possa contemporaneamente affermare che l'algoritmo (PROGRAMMA!) non > e' affetto da errori di arrotondamento e che termina dopo un numero finito > di passi. IO DICO CHE IL MIO ALGORITMO TRADOTTO IN PROGRAMMA PUO' SODDISFARE QUALSIASI GRADO DI PRECISIONE CONFIGURANDO OPPORTUNAMENTE IL COMPUTER. > > Se ritiene che questa mia mail non sia costruttiva, me lo dica, e non La > importunero' piu'. > > Spero pero' comunque che, tutto sommato, questo scambio di messaggi possa > essere risultato vantaggioso anche per Lei. Sto cercando > di applicare la massima "per farsi capire dagli altri e' necessario > cercare di capire gli altri", come penso stia cercando di fare anche Lei. > > Anch'io, come Lei, ho speso parecchio tempo in questo scambio, togliendolo > ad altre occupazioni, poiche' ritengo che possa essere costruttivo. > > La saluto cordialmente, > Maurizio Paolini > > ------------- > > Aggiungo un paio di osservazioni riguardo alla pagina che lei gia > conosce . > > Notera' il cambiamento di nome, ritengo infatti che tutta la questione > si inserisca in un discorso piu' ampio sulla divulgazione della matematica. > > Tale pagina, insieme a poche altre, non e' al momento puntata dal resto > di internet, ne' lo e' mai stata. In particolare aspetto un Suo OK, prima > di creare un link dalla mia Home-page. > > Penso di inserire il nostro scambio di messaggi, fino alla Sua ultima > risposta. > > Come anche eventuali altre informazioni che Lei ritenga di fornirmi. Caro Prof Paolini. Mi fa un gran piacere sapere che Lei ha capito il mio Algoritmo e Le sono grato. Non chiedo di piu'. Da tale stadio in poi rispetto tutte le valutazioni soggettive, con patto di reciprocita', a condizione che non siano affette da sufficienza e che non pretendano di essere sentenze. Ciascuno ha la propria sensibilita' che merita rispetto. La autorizzo a rendere pubblica la nostra corrispondenza. Il fatto che la Dottoressa Parrinello (e non io) abbia fatto ricorso ad enfatizzazioni puo' essere stato uno degli espedienti di cui la Provvidenza e il Fato si servono quando vogliono raggiungere certi obiettivi. Nel nostro caso trattasi del fervore matematico che credo da sempre assente dai media. Io sfruttero' l'involontaria e immeritata rinomanza per servire non tanto la Matematica (fuori dalla mia competenza) quanto alcuni principi didattici generali che riguardano anche la Matematica. Io aspiro ad una didattica che presenti ai Discenti i lavori originali dei vari Autori con il compito dei Professori limitato al solo commento. Il tutto affidato al libero giudizio degli Allievi. Verrebbe mai in mente a qualcuno di presentare solo dei riassunti della Divina Commedia o solo degli schizzi sui quadri di Raffaello? Ogni lavoro scientifico, come ogni opera d'arte, ha un'Anima che puo' parlare solo dalle opere originali degli Autori. Solo cos' la Matematica, oggi grigia, ritrovera' i suoi splendidi colori. Non dimentichero' mai la gioia da me provata esaminando, in un manuale logaritmico dell'800 (purtroppo da me smarrito), la dimostrazione della formula di Newton per il calcolo, sufficientemente approssimato, del tasso degli interessi a scalare di somme pagate con rate periodiche posticipate. Io credo che non trovero' mai piu' niente di piu' elegante di piu' brillante nella mia vita e per questo amero' sempre Newton. Quanto mi piacerebbe trovare nella Sua Pagina le opere originali dei Matematici! Tornando alla Didattica io considero i Discenti Soggetti e non Oggetti e i Professori semplici Servitori, per cui aspiro ad una inversione delle fonti qualificanti dei Giudizi. Cio' naturalmente in un Mondo in cui Gli Allievi abbiano la possibilita' di scegliere e pagare i Professori la cui permanenza nel Servizio dipenda dalla sufficienza dei ricavi economici. Se la Divinita' ha dichiarato di essere venuta, non per farsi Servire ma per Servire, perch=E9 non dovrebbero fare altrettanto i Professori? So che ancora i tempi non sono maturi, ma questo non mi vieta di coltivare in liberta' il mio sogno. Non piu' selezione degli Allievi, ma dei Professori, per il bene dell'evoluzione culturale dell'Umanita'. La selezione degli Allievi, maturati per la Vita, la fara' poi il Mercato senza possibilita' di inganno alcuno. Voglio andare oltre, dato il limitato numero di quelli che ci leggeranno. Io sogno una Scuola in cui vi siano tanti programmi per quanti sono gli Allievi. Lo scopo del Mondo e' quello di favorire la ricerca individuale della felicita' ed essa potra' fiorire solo nella responsabile Liberta' che, a sua volta, dipemde dalla conquista della Conoscenza. Il primo passo in tale direzione e' LA FISCALITA' MONETARIA descritta nella mia Pagina. Noi possiamo dire quello che vogliamo perch=E9 non entriamo subdolamente nelle Case ma veniamo letti solo da Coloro che ci scelgono. Mi fermo qui per sentire il Suo parere di Essere Umano, prima che di Professore. Con rinnovata stima, La saluto cordialmente. Nicolo' Giuseppe Bellia